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MALATTIA DA VIRUS EBOLA (EVD)


Il virus "Ebola" (dal nome della valle dell'Ebola, in Congo, dove si verificò nel 1976 la prima epidemia) è tristemente noto per l'aggressività della malattia che può provocare nell'uomo, una febbre emorragica con decorso molto rapido e mortalità fino al 90%. Insieme al simile virus "Marburg" (città tedesca dove provocò una grave epidemia tra gli operatori di un laboratorio scientifico), fa parte dei filovirus.
Solo nel 2009 è stato identificato come serbatoio del virus in Africa centrale il pipistrello della frutta, mentre il serbatoio in Africa occidentale non è stato ancora individuato. Il virus colpisce diversi primati, oltre all'uomo, i quali possono trasmetterlo, ma non fungere da serbatoio appunto per la gravità della malattia.


La malattia

La malattia, che si manifesta dopo un periodo di incubazione compreso tra 2 e 21 giorni, è costituita da una forma febbrile, con sintomi inizialmente non specifici, quali dolori muscolari, cefalea e faringodinia, che si complica nella seconda settimana con vomito, segni di emorragia sottocutanea, mucosa o degli organi interni, a cui segue shock e insufficienza multi-organo. La mortalità è compresa tra il 50 e il 90%.



L'epidemia attuale

L'attuale focolaio epidemico è iniziato nel febbraio scorso, e si sta diffondendo in Africa occidentale, dove non si era mai osservata la malattia. I primi casi sono stati segnalati nella zona boschiva della Guinea sud-orientale, vicino al confine con la Liberia e la Sierra Leone. Successivamente sono stati segnalati casi sporadici in diverse città, compresa la capitale. La situazione al 14 ottobre 2014 è la seguente:

- Guinea, 1519 casi (di cui 1217 confermati), con 862 decessi;
- Liberia, 4249 casi (di cui ? confermati), con 2484 decessi;
- Sierra Leone, 3410 casi (2977 confermati), con 1200 decessi;
- Nigeria, 20 casi (19 confermati), con 8 decessi.
- Senegal, 1 caso confermato.
- Spagna, 1 caso confermato.
- Stati Uniti, 3 casi confermati, 1 decesso

Si tratta della più grande epidemia di EVD nella storia, con un tasso di letalità attualmente del 50% circa.
Rispettivamente il 17 ottobre e 20 ottobre 2014 l’OMS ha ufficialmente dichiarato estinti i focolai in Senegal e Nigeria, che pertanto vengono ora considerate aree libere da trasmissione da virus Ebola.

La mappa del'epidemia è disponibile al link:
http://www.cdc.gov/vhf/ebola/outbreaks/2014-west-africa/distribution-map.html

Il 26 agosto 2014 è stato riportato un ulteriore focolaio di EVD in Repubblica Democratica del Congo, non correlato dal punto di vista epidemiologico al focolaio in Africa Occidentale, con 68 casi, di cui 49 confermati e 38 decessi.



Vie di trasmissione

La trasmissione da uomo a uomo si verifica tramite contatto diretto attraverso la cute non integra o le mucose, oppure contatto con liquidi corporei (sangue, urine, sudore, vomito, ecc.) di una persona malata; è possibile anche essere contagiati tramite contatto con animali infetti (scimmie, pipistrelli, antilopi, istrici), compresa l'ingestione delle carni. L'infezione non pare invece essere trasmissibile da uomo a uomo per via respiratoria o tramite insetti: tutti coloro che si sono infettati hanno riferito contatto stretto con un paziente, tra cui l'assistenza ai malati o la partecipazione alla preparazione del cadavere per la sepoltura.
La scarsa diffusibilità geografica del virus è quindi giustificata dalla scarsa efficienza della trasmissione interumana, dalla gravità della malattia che impedisce il contatto del malato con molte persone, e dalla scarsa mobilità delle popolazioni delle aree dove finora si sono osservati episodi epidemici.

Livello di rischio Tipo di contatto
Rischio molto basso o non riconosciuto Contatto casuale con un paziente febbrile, non ospedalizzato. Es.: soggiornare insieme in un'area comune o in un mezzo pubblico; lavoro di receptionist.
Basso rischio Stretto contatto faccia a faccia con un paziente febbrile. Esempio: visita medica, misurazione della temperatura o della pressione sanguigna
Rischio moderato Stretto contatto faccia a faccia senza appropriate misure di protezione personale (inclusa la protezione degli occhi) con un paziente che sta tossendo o vomitando, o che abbia rinorrea o diarrea
Alto rischio Puntura con ago o esposizione di mucose al sangue, fluidi, tessuti o campioni di laboratorio appartenenti a un paziente molto malato o con positività comprovata al virus



Il rischio per i viaggiatori

Tenuto conto che la trasmissione del virus si verifica per contatto diretto, i viaggiatori nelle zone endemiche sono da considerarsi a basso rischio di contrarre l'infezione, a meno che non prestino assistenza a persone colpite dalla malattia. Per questo motivo nessuna autorità sanitaria raccomanda restrizioni ai viaggi o alle attività commerciali nelle zone colpite dall'epidemia.
Il consiglio per chi viaggia in Liberia e Guinea è di evitare il contatto diretto con il sangue o con liquidi corporei di un paziente o di un cadavere e con oggetti che potrebbero essere stati contaminati, evitare i rapporti sessuali non protetti, evitare il contatto con animali selvatici, non consumare selvaggina. Se dopo il ritorno dal viaggio si manifestano sintomi, è opportuno contattare il medico di famiglia o l'ospedale per telefono prima di recarcisi.


Azioni intraprese a livello nazionale

Le informazioni sullo stato dell'epidemia sono disponibili sul sito del Ministero della Salute
L'Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi interessati dall'epidemia. Per ciò che concerne gli aeromobili, immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell'aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Reg. Sanitario Internazionale 2005 (Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Milano Malpensa e Milano Linate)
Le strutture sanitarie per accogliere i pazienti sospetti di infezione sono:
- l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive - Irccs "Lazzaro Spallanzani" - ROMA
- l'Azienda Ospedaliera Luigi Sacco - MILANO



Valutazione da parte del personale sanitario (linee guida CDC)

Prendere in considerazione:
1. criteri clinici, tra cui febbre superiore a 38,6 gradi Celsius e sintomi aggiuntivi come grave mal di testa, dolori muscolari, vomito, diarrea, dolore addominale o emorragie inspiegabili.
2. fattori di rischio epidemiologici nelle 3 settimane precedenti la comparsa dei sintomi, come il contatto con sangue o altri fluidi corporei di un paziente noto per avere contratto o sospettato di avere EVD; residenza o viaggi da una zona in cui la trasmissione EVD è attivo; o la manipolazione diretta dei pipistrelli, roditori, primati da aree di malattia endemica. Anche test diagnostici per la malaria dovrebbero far parte dei test di controllo iniziali, perché è una comune causa di malattia febbrile in persone che si sono recati per viaggio nei paesi colpiti dall'epidemia.
La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha emanato "Raccomandazioni regionali per la gestione dei casi sospetti di malattia da virus Ebola" ad uso degli operatori sanitari. Il documento è disponibile presso le Direzioni delle ASL.
 


Definizione di caso

- Caso sospetto (C):
 Si definisce "caso sospetto" una persona con febbre di origine non determinata, che abbia soggiornato in una zona epidemica (secondo l'OMS) nei 21 giorni precedenti la comparsa dei sintomi. Per i casi sospetti si identificano due livelli di rischio.

- Casi sospetti a rischio basso (C1). Definizione: soggetti con febbre di origine non determinata provenienti da zone epidemiche (secondo l'OMS), che abbiano lasciato la zona da meno di 21 giorni dal momento della comparsa dei sintomi e che non abbiano avuto contatto con caso probabile (C2) o un caso confermato (diagnosi clinica D1 o diagnosi virologica D2 ).

- Casi sospetti a rischio elevato o casi probabili (C2). Definizione: soggetti con febbre di origine non determinata provenienti da zone epidemiche (secondo l'OMS), che abbiamo lasciato la zona da meno di 21 giorni dal momento della comparsa dei sintomi e che abbiano avuto contatto con caso probabile (C2) o un caso confermato (diagnosi clinica D1 o diagnosi virologica D2), o soggetti appartenenti alla categoria del personale sanitario, incluso quello di laboratorio, di ospedali di zone interessate dall'epidemia.

- Caso confermato (D). Definizione:soggetti febrili per i quali sia stata fata diagnosi di FEV di tipo clinico (D1) e/o laboratoristico virologico (D2)  

- Non-caso:  Ogni caso sospetto o confermato, con test di laboratorio negativo



Fonti di informazioni

Ministero della Salute:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie%20infettive&menu=vuoto
WHO-GAR:
http://www.who.int/csr/resources/publications/ebola/en/
CDC:
http://www.cdc.gov/vhf/ebola/about.html